L'insediamento eremitico di campione

Paesaggio campione
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    Sant'Ercolano

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La grotta di Sant'Erculiano

Secondo la tradizione locale, le due grotte che si aprono nella parete rocciosa che sovrasta Campione sono riconducibili, la più grande a Sant’Erculiano, l’altra al suo discepolo.
Almeno per la grotta di Sant’Erculiano si tratta di una tradizione antica, in quanto ne riferisce, nel XV secolo, il Sanudo nel suo diario di viaggio. Si accorda a questa notizia Bartolomeo Vitali.
La presenza degli insediamenti eremitici a Campione si inserisce in un contesto probabilmente segnato dalla presenza di due chiese: nel 1185, infatti, Urbano III in una bolla di conferma, emanata a favore del monastero di Leno, riconosce tra i beni del monastero anche una chiesa dedicata a san Lorenzo, mentre l’anno seguente lo stesso pontefice, riconoscerà alla pieve di Tignale i diritti sulla parte meridionale della penisola di Campione e l’oratorio di S. Erculiano.
La grotta che ha preso il nome dal santo si trova alla quota di circa m30 sul livello del lago. Per la costruzione della Gardesana la parete rocciosa è stata tagliata verticalmente per circa m10; al di sopra di questo taglio artificiale, che ha cancellato ogni traccia di eventuali fori per ponteggi lignei, la parete prosegue sub verticale per un’altra dozzina di metri, ora superabili solo con tecnica di scalata in roccia.

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La grotta ha pianta ad arco ribassato, ampliato artificialmente nel livello inferiore, ed è protetta verso valle da una muratura che rivela due differenti tecniche costruttive: a Ovest, nel tratto inferiore, è un’ opera incerta di pietre e numerosi frammenti di tegole di tipo romano; a Est e nel tratto superiore, si notano pietre spaccate disposte in corsi regolari con una tecnica che usualmente si ritrova in opere di età romanica. Differenti gli spessori delle murature

La grotta del discepolo

La grotta del discepolo è ubicata ad una cinquantina di metri da quella di Sant’Erculiano, al di sopra della Gardesana che anche qui ha reso verticale per una decina di metri la parete rocciosa. Superata questa, si prosegue per una cinquantina di metri su una cengia fino a raggiungere la grotta. La grotta del discepolo ha la forma semicircolare irregolare ed è chiusa da un muro, sia nel lato Est, dove sono evidenti le spalle della porta di accesso e di una finestra, sia in quello Nord, al di sopra di uno sperone di roccia verticalizzato artificialmente.

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Sulla parete di fondo, a quote variabili, vi sono alcuni buchi per travi orizzontali che potevano servire per creare un soppalco.

Tratto da “Insediamenti eremitici a Tignale” di Brogiolo e Ibsen, gentilmente segnalato dal Prof. Antonio Foglio